La pratica di indurre stati di trance, per favorire il benessere psicofisico e potenziare le capacità di un soggetto, affonda le sue radici in tempi antichissimi.
Pensate che già gli Egiziani erano soliti accompagnare i propri malati nei cosiddetti “Templi del Sonno”, affinché fossero curati tramite particolari suggestioni, che venivano evocate dai sacerdoti, durante la fase onirica. Queste pratiche, anticamente, erano finalizzate a scopi magici o religiosi, come la divinazione e la comunicazione con gli dei.
Successivamente, nel 1779, Mesmer, medico tedesco, riprese sia gli studi di Avicenna, sulle caratteristiche dello stato di trance, che quelli di Newton, sulla forza di gravità. La cura del medico tedesco si basava sulla manipolazione del magnetismo naturale del corpo, mediante l’uso di calamite e della tecnica della suggestione. Secondo lui esisteva una gravità planetaria ed una gravità esercitata sull’organismo, tanto sottile da essere impalpabile.
Alcuni anni più tardi, l’Abate J.C. Faria dimostrò che le riflessioni di Mesmer, su tale fenomeno, erano poco chiare. Secondo il monaco portoghese, infatti, il potere di cadere in trance era legato esclusivamente alla suggestione e risiedeva solo negli interessati. Bernheim disse di lui: "l'abate Faria, ha avuto il merito innegabile di aver costituito il primo banco di prova del metodo dell'ipnosi attraverso la suggestione, ed averla chiaramente liberata da pratiche singolari ed inutili, che nascondevano la verità".
Fu dal “sonno lucido” di Faria che un secolo dopo, precisamente nel 1843, il chirurgo scozzese J. Braid coniò il termine Ipnosi dal greco hypnos che significa “sonno” ed osis che vuol dire “condizione”. Secondo Braid l’ipnosi non deve essere considerata come una condizione di sonno, bensì la concentrazione su un’idea che favorisce una forte suggestionabilità. A partire da questo presupposto sviluppò una tecnica di induzione che consisteva nel fissare un oggetto brillante, concentrandosi su di un'unica idea. Dopo la sua morte questa tecnica conobbe un periodo di eclissi, fino a quando, nel 1878, il neurologo francese Charcot riprese la teoria di Mesmer distinguendo 3 stati di Ipnosi: il letargo, la catalessi ed il sonnambulismo. Iniziò ad usarla per curare pazienti affetti da isteria traumatica. Fu così che attrasse l’attenzione di Freud che, indagando la pulsione dietro l’Io ipnotico, capì il potere dell’Inconscio.
La tecnica dell’Ipnosi, oggi, viene ampiamente utilizzata per rimuovere quei blocchi mentali, che ostacolano il fluire della vita. È un metodo veloce e semplice, molto utile per eliminare stati di forte stress psicofisico. Si tratta di una disciplina con un ambito di studio ben definito, che permette di correggere comportamenti sbagliati, che possono alterare la qualità della vita di una persona. Di seguito elenchiamo solo alcuni obiettivi che è possibile raggiungere praticando sedute di Ipnosi:
Cosa aspettarsi da un percorso di Ipnosi?
In primis è bene capire che sottoporsi ad un percorso di Ipnosi non vuol dire automaticamente guarire da un disturbo. Non è un medicinale, che una volta preso, subito si avverte una condizione di miglioramento. È necessaria la partecipazione attiva dell’ipnotizzato che, nonostante sembri che dorma, in realtà è molto più vigile di quanto si possa immaginare. È sbagliato pensare che dopo uno stato di trance, la persona si risvegli sana, libera e felice. I cambiamenti avvengono in modo naturale, nel tempo, grazie ad una maggiore consapevolezza di sé stessi, che si acquisisce durante il percorso ipnotico.
Come ci si sente durante uno stato di trance ipnotica?
Vi è mai capitato di guidare pensando a tutt’altro ed arrivare alla meta senza neanche rendervene conto? Oppure fare un sogno ad occhi aperti? Ecco questi sono dei semplicissimi esempi di trance. Situazioni che viviamo anche quotidianamente senza rendercene conto. L’ipnosi è un insieme di strumenti che possono abbassare lo stato di coscienza dell’emisfero di sinistra (sede della razionalità), dando maggiore importanza a quello di destra (sede delle emozioni e della fantasia). Questo stato permette di creare un ponte tra mente e corpo. L’ipotalamo, sotto l’effetto dei suggerimenti dati in ipnosi, converte gli impulsi nervosi della mente, in messaggi ormonali tramite la ghiandola Ipofisi. Sicuramente, per una buona riuscita del trattamento, è determinante rilassarsi, concentrarsi sulla respirazione e lasciarsi andare.
Ma l’Ipnosi funziona veramente?
Quanti di noi almeno una volta non si sono posti questa domanda: “ma funziona veramente l’ipnosi?”
Il più delle volte rimaniamo avvolti in un velo di mistero e di magia che ci affascina e ci lascia dubbiosi. È una domanda legittima, soprattutto per tutti coloro che decidono di intraprendere questo percorso terapeutico. Purtroppo, nonostante i successi riscontrati e dimostrati, resta una disciplina considerata più come esoterica che scientifica.
Il suggerimento è quello di informarsi, leggere, interrogarsi e chiedere informazioni chiare ai professionisti specializzati in questa tecnica. Solo così possiamo superare l’ignoranza ed avere la facoltà di scegliere, in base a ciò che pensiamo. Non dimentichiamo che l’ipnosi è stata riconosciuta come la prima forma di Psicoterapia.
Dott. Alessandro Lizioli - Medico Psicologo clinico e psicoterapeuta a Varese
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Ultima modifica: 27/06/2016
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