Come posso superare le mie paure? Perché il solo pensiero di affrontarle, mi paralizza? In risposta a queste domande voglio ricordare, brevemente, il mito greco di Medusa. L’antichità tramanda la storia di una bellissima donna, Medusa, che fu trasformata in una creatura mostruosa dalla Dea Athena. Il suo sguardo aveva il potere di mutare in pietra, chiunque osasse incrociarlo. Il suo volto, circondato da un groviglio di serpenti, incuteva terrore. Nessuno le si avvicinava, nessuno osava guardarla negli occhi, per paura di morire! Solo Perseo riuscì ad affrontarla. Guardò il riflesso di quel volto mortale, sul proprio scudo lucente e, con un colpo, la decapitò!
Ogni nostra paura è una piccola Minerva!
La sfida sta nel guardare in faccia la realtà, come ha fatto Perseo. È fondamentale focalizzare l’attenzione sul proprio timore, condurre la paura alla sua massima saturazione, superarla e trarne un insegnamento.
Freud distingueva tra: la paura che “richiede un determinato oggetto di cui si ha timore”; l’angoscia che “indica una situazione di attesa del pericolo e di preparazione allo stesso, che può anche essere sconosciuto”, e lo spavento che “designa invece lo stato di chi si trova di fronte ad un pericolo, senza esservi preparato, sottolineandone l’elemento della sorpresa” (Freud S., Al di là del principio di piacere). L’uomo per poter sopravvivere, deve imparare a dominare questi tre stati emotivi.
Nel 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la paura, come uno dei disturbi più diffusi al mondo, ne soffre circa il 30% della popolazione.
Ne esistono diverse forme: la paura di volare, la paura di morire, la paura di perdere il controllo, la paura di impazzire, la paura degli animali, degli spazi, degli uomini, la paura di amare, la paura della paura, la paura di vivere.
Solitamente chi soffre di attacchi di panico tende ad attuare queste tre reazioni che, in breve tempo, diventano delle “psicotrappole”:
In questi casi chiedere aiuto ad uno specialista del settore, ci permette di individuare la soluzione più giusta da seguire. Esiste un esercizio, che molte persone evitano, ma, che in realtà, potrebbe apportare notevoli benefici al paziente. Il soggetto deve imparare a calarsi in tutte le proprie immagini spaventose, per comprenderle e paradossalmente azzerarle.
Tramite questo esercizio, si impara ad evocare la paura patologica, fino alla sua autodistruzione. Solo una volta diventati padroni delle emozioni, è possibile affrontare con successo le situazioni precedentemente evitate.
Ma la paura che cos’è?
La paura è una complessa emozione primaria di difesa, che l’uomo mette in atto di fronte ad un pericolo, reale od immaginario, per salvaguardare il proprio benessere psicofisico.
L'etimologia della parola “paura” è da ricondursi alla radice indoeuropea pat-, che significa letteralmente percuotere. Infatti il soggetto, che vive una situazione di panico, si sente stremato e percosso. L’organismo, tramite la corteccia prefrontale, esamina la sensazione di paura, valutandola in base alla situazione in cui si trova. Le strategie di difesa possono essere, sia attive (affrontare il pericolo), che passive (fuggire ed evitare il pericolo). Se la paura non viene esaminata in modo adeguato, può scatenare nel soggetto un forte senso di malessere, che a lungo andare, genera il disturbo patologico. Durante un attacco di panico, si verifica l’attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, con conseguente abbassamento della pressione sanguigna, della temperatura corporea, della frequenza cardiaca e della tensione muscolare; inoltre si verifica un aumento della sudorazione ed una evidente dilatazione della pupilla. Il risultato di tale attivazione, può portare ad uno stato di paralisi generale dell’organismo.
Come guarire dalla paura
Come ho già sottolineato, la paura è una reazione automatica, funzionale alla sopravvivenza degli esseri viventi. Sia gli animali che l’uomo, mettono in atto tale condizione di difesa. La fuga, il tremore, l’immobilità, l’agitazione, sono tutte alterazioni psicofisiologiche, che risultano vantaggiose, nel difendere sé stessi.
Si inizia a parlare di cure, nel momento in cui, la paura diventa un disturbo patologico, ricorrente nella vita di tutti i giorni e generato da uno stimolo assolutamente non pericoloso.
Solitamente, si interviene secondo due modalità:
In determinati casi e sotto stretto controllo medico, è possibile coadiuvare queste due modalità con un supporto terapeutico farmacologico.
Elaborare funzionalmente la paura permette di conoscerci e di essere coscienti di ciò che ci limita, cancellando le ombre del passato e “dell’evitato”.
“Nella vita, nulla deve essere temuto, solo compreso.
È il momento di comprendere di più, per temere di meno.”
(Marie Curie)
Dott. Alessandro Lizioli - Medico Psicologo clinico e psicoterapeuta a Varese
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Ultima modifica: 27/06/2016
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